Che cos’è un gaas o “Game as a Service” e come funziona?

Ultimo aggiornamento: 18.1.2024
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Il termine “Game as a Service" (gaas) ha cominciato a imporsi sempre di più nel mondo videoludico. Ma cosa significa per l’industria e come funziona? In sostanza, si tratta di un modello di business che permette agli sviluppatori di generare un flusso continuo di reddito dai proventi di un gioco.

Anche i gamer ci guadagnano qualcosa però poiché ciascuno è libero di spendere il proprio denaro come meglio crede e senza alcun tipo di imposizione. I segnali sono evidenti: il Gaas è nato per restare. Perciò diamo subito un’occhiata alle sue origini e alle sue prospettive future.

Le origini del game as a service

Il tema della monetizzazione dei videogiochi ha cominciato a prendere piede verso la fine del XX secolo con la graduale espansione dell’industria. Il tradizionale metodo di prodotti in vendita singola, tramite negozi fisici, è stato successivamente sostituito dalla distribuzione digitale.

Ma si fa presto a capire quanto sbilanciato fosse questo metodo. Pur ottenendo la maggior parte dei loro guadagni al lancio del gioco, gli sviluppatori hanno visto il proprio fatturato calare con la diminuzione delle vendite.

E visto che il mercato videoludico cominciava a diventare sempre più eterogeneo, di conseguenza i giochi dovevano essere in grado di soddisfare un ampio bacino di giocatori con gusti, stili di gioco e risorse economiche completamente diversi tra loro.

Perciò il Gaas è stato concepito come un’alternativa più sostenibile di fare affari.

Paga meno, spendi meglio

Accumulando somme di denaro più esigue, ma più frequenti, negli anni, gli sviluppatori si sono resi conto che potevano organizzare meglio gli aggiornamenti e le espansioni dei videogiochi, permettendo ai giocatori di scegliere quello per cui avevano pagato.

Il modello gaas è stato accolto a braccia aperte specialmente da alcuni dei più famosi giochi per PC MMO. E allo stesso tempo, i gamer si sono dimostrati disposti a pagare risorse e oggetti di gioco, come armi ottimizzate o skin, per poter avanzare ai livelli successivi.

La tendenza è emersa a pieno titolo tra il 2007 e il 2008, quando molti celeberrimi giochi di allora hanno cominciato a usare questo inedito modello di business.

Adottando i principi del gaas, i suoi pionieri sono riusciti a garantire un flusso di reddito costante per i giochi popolari.

Prezzi dinamici

Se riuscisse a fidelizzare i clienti sul lungo termine, il Gaas può diventare il modello più redditizio ed efficace di vendere giochi a prezzi fissi. Eppure, non si può dire che gli sviluppatori non ci abbiano già provato in passato.

Se da un lato grazie a questo metodo gli sviluppatori potevano guadagnare somme ingenti e in breve tempo, dall’altro rischiavano di andare incontro a tempi abbastanza morti una volta calate le vendite o iniziati i lavori per la creazione di nuovi titoli.

I giochi per cellulare hanno consentito lo sviluppo del Game as a Service

Il successo del mobile gaming ha dato la possibilità al gaas di evolversi. L’idea di offrire giochi free-to-play, ma provvisti di acquisti e abbonamenti in-game, ha sempre allettato questo tipo di gamer.

Proprio come gli amanti dei giochi cross play, gli appassionati del mobile gaming tendono a giocare nel modo che più risponde alle loro esigenze, e senza fare spese folli.

L’elenco di giochi per cellulare con gli incassi più alti comprende titoli con un fatturato di alcuni miliardi di dollari e che, per di più, continua ad aumentare a un ritmo impressionante. Quindi non c’è dubbio che il modello gaas abbia aiutato questi giochi a guadagnare somme così grandi in modo sostenibile.

Il successo di questo approccio ha incoraggiato i game designer a creare contenuti aggiuntivi, aggiornamenti e giochi nuovi che potessero tenere incollati i giocatori a lungo termine. Oggi moltissimi titoli hanno adottato il modello gaas.

Ma come si fa ad applicarlo a giochi così diversi tra loro?

Come funziona il Game as a Service?

Game as a Service: denaro reale e di gioco

Capire il modello gaas è molto semplice. Di solito l’editore distribuisce il gioco gratuitamente o comunque a un costo molto basso. Dopo di che sono i giocatori a decidere se effettuare un pagamento per accedere a ulteriori funzioni, o se continuare a giocare come prima.

Il punto è che i giocatori hanno piena libertà di decidere se sborsare denaro, ed eventualmente per cosa spendere i propri averi.

Naturalmente la cosa non vale per tutti i giochi. Perciò gli sviluppatori devono modificare questo schema generale perché sia adatto a vari giochi e soddisfi le esigenze del pubblico.

L’impressione è quella di essere al cospetto di un modello di business attento non solo alle esigenze del giocatore, ma anche a quelle dello sviluppatore. I tipi di gaas si possono dividere nelle seguenti categorie.

Abbonamento

Gli abbonamenti vengono effettuati mensilmente e assicurando un reddito stabile che consente agli sviluppatori di gestire i server e introdurre contenuti aggiuntivi.

In seguito a una prova gratuita di tre mesi, o comunque dopo aver acquisito una certa dimestichezza col gioco, al giocatore viene chiesto di sottoscrivere un abbonamento. Questa modalità è comune soprattutto per i giochi MMO.

Anche i servizi di giochi muniti di una vasta libreria di titoli usano il sistema di abbonamenti, che si è ormai sparso a macchia d’olio aprendo la strada al cosiddetto cloud gaming.

Microtransazioni

Loot boxes pieno di goodies di gioco

Nel caso delle microtransazioni, il giocatore può effettuare acquisti in-game nel lasso di tempo che gli è più congeniale. In base al convenzionale modello d’acquisto, di solito, il costo di ogni transazione rappresenta solo una piccola parte del prezzo dell’intero gioco.

Così facendo, si possono acquistare vari articoli, come ad esempio nuove mappe, attrezzature migliori, capi d’abbigliamento, vite, valute in-game, o power-up.

Si può inoltre ricorrere alle cosiddette loot boxes, che spesso regalano al giocatore un articolo scelto in ordine casuale. Non tutti sono disposti a pagare in microtransazioni, che sono comunque pensate per attrarre il maggior numero possibile di giocatori.

Sebbene si tratti appunto di microtransazioni, se un gioco ha milioni e milioni di giocatori fissi… Beh, è facile far quadrare i conti!

Season Pass

L’idea del season pass, ovvero di un “abbonamento stagionale”, è comparsa per la prima volta tra il 2010 e il 2011. Ti consente di comprare l’accesso ai contenuti futuri, e può essere acquistato o quando si compra il gioco, o in un momento successivo.

Una delle pecche principali dei season pass è che non si sa esattamente a quali aggiornamenti si avrà accesso in un secondo momento.

Si può giocare al gioco anche senza season pass, ma in quel caso, non si potranno esplorare le nuove mappe, missioni, o le modalità esclusive. Ci si potrebbe imbattere anche nel cosiddetto battle pass, termine che indica un altro metodo di fornire un gaas.

Il concetto è molto simile. L’unica differenza sta nel fatto di dare al giocatore la possibilità di affrontare missioni che sblocchino nuove inedite opzioni di personalizzazione.

Combinazioni di Gaas

Alcuni titoli sono caratterizzati da uno o più aspetti di un Gaas. Facciamo un esempio: con i giochi lifestyle, ad esempio, si ha l’opportunità di acquistare attrezzature, valute in-game, o interi aggiornamenti.

In questo caso, gli sviluppatori devono cercare un approccio che risulti soddisfacente sia per loro che per i propri utenti.

Chi ci guadagna davvero con questo modello?

Quindi il gaas è davvero una pessima idea? Assolutamente no! Purché sia condotto in modo leale e trasparente, e senza alcun obbligo o pressione sulle tasche dei giocatori. Il gaas offre la possibilità di acquistare contenuti extra che possono tornare a vantaggio di chiunque realizzi o usufruisca di videogiochi. 

Sviluppatori e giocatori possono trarre vantaggio da GaaS

Gli sviluppatori possono ottenere un compenso economico molto soddisfacente grazie al gaas. Ad esempio, producendo un gioco che soddisfi un’ampia platea di giocatori, possono ricavarne un reddito stabile e duraturo.

È pur vero che anche i giocatori sembrano guadagnarci qualcosa da questa situazione. Le strade sono infinite: si può giocare in modo gratuito, si può decidere se pagare per continuare a giocare o se andare oltre. Non esiste alcun obbligo di acquisto.

I giocatori possono addirittura fissare un proprio budget. Il rischio è quello di spendere più di quanto si farebbe comprando un gioco nel modo tradizionale, e versando una quota fissa per accedere a contenuti sempre esclusivi.

Magari vogliono evitare tante piccole microtransazioni e scegliere un gioco nuovo ogni volta che desiderano fare un’esperienza completamente diversa.

Games as a Service, giocatori e sviluppatori

Oggi i giocatori possono scegliere il modo in cui giocare a un videogioco in base a ciò che più li aggrada. Possono acquistare armi, mappe, skin, e più in generale, qualunque altra cosa che contribuisca a rendere l’esperienza sempre inedita ed eccitante.

I giochi sono sempre più personalizzati

Questo tiene accesa la loro passione per il gioco più a lungo, anche dopo aver completato i livelli principali o determinate missioni.

Alcuni studi hanno dimostrato che le entrate complessive derivano solo da una piccola percentuale di giocatori. Nel caso di alcuni giochi, per esempio, circa il 5% dei giocatori ha pagato 20 volte tanto il livello della media del reddito generato dal singolo utente.

Persino un campione così piccolo di giocatori è sufficiente a garantire un reddito necessario alla creazione di un gioco che soddisfi tutti. Pertanto, il modello gaas si rivela pienamente sostenibile poiché fa in modo che non si debba pagare ogni volta.

Un altro aspetto da ricordare è il tipo di approccio al gioco come prodotto, che, in passato, riduceva l'incentivo da parte degli sviluppatori di aggiustare ogni tipo di bug o di continuare a lavorare a un gioco già distribuito.

Grazie al gaas, da un punto di vista prettamente economico, per gli sviluppatori è meglio continuare a perfezionare lo stesso gioco purché le persone siano disposte a pagare.

Copie illegali di Games a a Service

Un altro vantaggio di cui godono gli sviluppatori è il minor rischio che si mettano in vendita le versioni piratate dei loro lavori. È uno dei cambiamenti fondamentali quando decidono di adottare il Gaas rispetto al gioco in vendita singola.

Dal momento che il prezzo del gioco singolo non rappresenta più la loro principale fonte di reddito, gli sviluppatori non subiscono grosse perdite qualora venissero vendute copie illegali dei loro prodotti. Perciò ottengono una ricompensa più giusta per il proprio lavoro dagli incassi dei giochi comprati.

Naturalmente, non è detto che in questo modo gli sviluppatori guadagnino di più rispetto al passato. In base all’inflazione, infatti, il reddito sui classici intramontabili degli anni ‘80 e ‘90 li mantiene comunque in vetta alla lista dei giochi con gli incassi più alti in qualsiasi formato.

Pur non garantendo un flusso di reddito stabile, questo modello di business ha cambiato l’industria in meglio.

Il futuro del Gaas

Come abbiamo visto, il gaas si è fatto strada nell’industria videoludica solo negli ultimi anni.

Sebbene vi siano state alcune problematiche legate a degli elementi come le loot boxes, il gaas è diventato ormai parte dell’industria e d’ora in avanti lo vedremo sempre di più applicato ai videogiochi.

Quali sono le sorti del gaas, dunque? Una delle ipotesi è che questo modello diventerà sempre più variegato col tempo, e tutte le categorie che abbiamo passato in rassegna finora potrebbero assumere dimensioni sempre più grandi.

L’ingresso dei nuovi tipi di gaas potrebbe fornire ai gamer nuovi metodi di intendere i videogiochi, e allo stesso tempo dare agli sviluppatori la possibilità di creare contenuti sempre più esclusivi e appassionanti.

 Il GaaS può migliorare sia per i giocatori che per i creatori

La tecnologia blockchain

Gli NFT, ovvero token non fungibili, sono elementi di giochi costruiti sulla tecnologia blockchain. Potrebbero diventare dei veri e propri oggetti di collezione che i gamer potranno vendere ad altri gamer per ingenti somme di denaro. Si prevede che sarà il settore gaas in più rapida evoluzione nel futuro.

Abbiamo già analizzato l’astro nascente dei cryptogames, e di come stiano diventando un fenomeno sempre più diffuso anche tra gli operatori di Borsa, i quali vendono crypto asset per ricavare profitto. Molto spesso i cryptogames vengono anche chiamati “play-to-earn” perché danno la possibilità di guadagnare denaro.

Gli sviluppatori prendono una percentuale sulle operazioni concluse, il che significa che i loro guadagni continuano a lievitare se la popolarità del gioco aumenta e se gli NFT vengono maggiormente richiesti.

I giocatori possono sfruttare alcuni giochi non-blockchain, prendendo una piccola percentuale su ogni transazione.

Il fatto che si possa personalizzare il modo di giocare è una vera e propria rivoluzione che renderà il futuro del gaas sempre più roseo.

Insomma, è difficile pensare di tornare al tempo in cui tutti pagavamo la stessa quota per accedere alle singole sezioni di un gioco.