Chi è nato negli anni '90 molto probabilmente non ha vissuto uno dei conflitti più brutali e crudeli del nostro tempo. È stata una battaglia tra due potenze, la cui lotta per il potere ha diviso le famiglie in tutto il mondo. Ha distrutto amicizie, inimicato fratelli e tracciato confini apparentemente insormontabili, alcuni dei quali perdurano anche oggi.
Questo terribile conflitto è noto come "guerra delle console”, e per decenni ha dettato lo sviluppo dei giochi orientali e dei giochi occidentali
All'inizio degli anni '80, Nintendo lanciò la sua nuova console domestica, il Nintendo Entertainment System, più conosciuta come Nintendo NES.
Questa piccola scatola grigia fece nascere una passione per i videogiochi che da allora non ha fatto altro che crescere in modo esponenziale.
Per contrastare l'espansione dei giochi giapponesi di Nintendo, un'azienda con esperienza nel settore della costruzione di macchinette da sala giochi decise, nel 1985, di entrare nel mercato delle console domestiche: con il lancio del Master System, SEGA scese ufficialmente in guerra per conquistare il dominio delle console con i suoi giochi occidentali.
I più puritani suggeriscono che tale conflitto sia stato preceduto da altre battaglie, come quella tra il Commodore 64 e il ZX Spectrum, ma nessuno di questi scontri raggiunse lo stesso livello di tribalismo tra giochi giapponesi e giochi occidentali come quello tra il NES e il Master System.
Questa battaglia proseguì per più di un decennio e si intensificò quando scesero in campo nuovi sistemi dal crescente valore tecnico e maggiore fedeltà grafica.
Mentre i fanatici discutevano su chi vantasse la migliore console, diventava sempre più evidente una curiosa divisione, che sconfinò rapidamente dal semplice mondo delle console e si trasformò in una vera e propria cultura: la differenza tra i giochi giapponesi e i giochi occidentali.
All'inizio, quando a dominare il mercato erano i giochi a piattaforme, i beat 'em up, gli shoot 'em up e gli occasionali videogiochi sportivi, c'era poca differenza tra i giochi giapponesi e quelli occidentali.
Tuttavia, c'era un genere dei giochi che cominciava a mostrare le differenze culturali in modo più significativo: gli RPG. Giochi di ruolo come The Elder Scrolls V: Skyrim e Final Fantasy XV sono apparentemente simili, ma chiunque abbia giocato agli RPG giapponesi tanto quanto agli RPG occidentali sa bene che le differenze sono abissali.
Prendendo Skyrim di Bethesda come esempio di RPG occidentale, un aspetto evidente del gioco è che si concentra sull'esplorazione.
Questi giochi mostrano di solito vasti mondi che sono stati attentamente progettati affinché i giocatori possano spostarsi liberamente e fare ciò che desiderano. I confini di questi mondi sono concepiti in modo tale che il giocatore abbia sempre l’impressione di dover ancora scoprire qualcosa e di poter plasmare il mondo a partire dalle proprie scelte e azioni.
I giochi giapponesi, invece, non seguono quasi mai questa filosofia. Sì, i mondi possono essere immensi, ma i giochi orientali tendono a essere più lineari per loro natura. In questi RPG, c’è una maggiore enfasi sulle storie e sui personaggi, che offre al giocatore un'esperienza più interessante.
Anche per quanto riguarda l'estetica si registra una notevole differenza tra i giochi orientali e quelli occidentali.
In genere, i giochi giapponesi hanno un aspetto fortemente influenzato dall'estetica tipica di manga e anime, con occhi più grandi, tratti caricaturali e capelli che sembrano sfidare la gravità.
I giochi occidentali sono caratterizzati da una grafica leggermente più realistica. Sembra che i quelli occidentali cerchino di ricreare tutta la vita, mentre i giochi orientali tendono a creare la loro interpretazione della vita, che non si limita alle regole del mondo reale.
Anche il momento della battaglia si differenza in modo radicale.
La maggior parte dell'azione in un RPG occidentale avviene in tempo reale e dipende dalle abilità e dai riflessi del giocatore, mentre nei giochi orientali fa spesso affidamento su un sistema strategico basato su turni che funziona come un gioco di "statistiche dominanti” di successi. In questi ultimi, il gruppo di avventurieri capeggiato affronta orde di cattivi mentre il giocatore decide quale membro del gruppo provocherà il maggiore danno al membro del gruppo avversario scelto.
Ciò non significa che i giochi occidentali come Skyrim o The Witcher 3 non si basino su statistiche, ma queste ultime sono accompagnate da una buona dose di coordinazione mano-occhio. Un classico RPG orientale sullo stile di Final Fantasy, ad esempio, invita invece a usare la mente piuttosto che la forza.
È interessante notare, inoltre, che all'inizio della maggior parte dei giochi occidentali il protagonista è un guerriero solitario, mentre nei giochi orientali spesso si trova direttamente a condurre un intero gruppo.
Questa differenza potrebbe essere il risultato di un’influenza culturale: mentre nel mondo occidentale il potente "eroe solitario" si ripresenta storia dopo storia, la cultura orientale ha sempre avuto un'ossessione per la protezione del gruppo e della comunità, attribuendo maggiore importanza a un gruppo prima ancora che ai singoli protagonisti, creando cos= l-archetipo di "eroe altruista".
Per quanto riguarda i giochi online, e in particolare gli MMORPG, le differenze sono ancora più profonde.
In Giappone, i giochi online sono più popolari che in Occidente, e gli MMORPG vengono principalmente usati per rilassarsi dopo le giornate di lavoro in ufficio. Nella società orientale, entrare nel gioco tutte le sere per far crescere il proprio personaggio, in grado di subire una trasformazione molto profonda con il passare delle ore di gioco, e portarlo al livello successivo non viene percepito come qualcosa di negativo; anzi, è un'attività puramente sociale.
Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la cultura giapponese ha accettato il gioco come un legittimo passatempo, accettazione che è appena agli inizi in Occidente, dove la cultura del gioco è sempre esistita, ma la cui legittimità è meno riconosciuta.
Con i giochi giapponesi, che premiano i giocatori che lavorano in gruppo, queste sessioni dopo il lavoro o le lezioni diventano un modo legittimo di rilassarsi e di chiacchierare con gli amici mentre si progredisce nel gioco.
Alcuni utenti hanno persino iniziato a considerare questi giochi giapponesi come un sostituto dei social media. Vai al lavoro, torni a casa e giochi con i tuoi amici. Per alcuni, il mondo del videogioco è diventato come il bar o il campo da calcio. E in una cultura in cui si venera il duro lavoro, giocare con i tuoi amici dopo l'orario di lavoro a Final Fantasy 14 è così comune e diffuso come può esserlo in Occidente rientrare a casa e guardare una serie su Netflix.
Non sarebbe assurdo pensare che questi due sottogeneri di RPG stiano prendendo due direzioni completamente opposte, ma non è così.
Molte imprese del settore del gaming stanno iniziando a prendere in considerazione gli aspetti più di successo delle proprie controparti ai lati opposti del mondo, il che sta portando alla creazione di ibridi molto interessanti. Queste combinazioni di giochi giapponesi e di giochi occidentali sono diffuse soprattutto per quanto riguarda i prodotti di intrattenimento per smartphone.
Dando un’occhiata sull’App Store o su Google Play risulta lampante che alcuni giochi di avventura, RPG o giochi di strategia abbiano iniziato a utilizzare il sistema di battaglia di Final Fantasy. Anche l'ultima versione di Star Wars: Galaxy Of Heroes si concentra esclusivamente sulla meccanica di combattimento.
È vero che il combattimento a turni ha più senso sui dispositivi mobili rispetto alla forma più occidentale di lotta, basata sulle competenze.
Ma l'influenza è a doppio senso: si osservano infatti mondi molto più aperti nei giochi giapponesi tipo Final Fantasy XV; si tratta indubbiamente di una reazione all'enorme richiesta di giochi occidentali in tutto il mondo (compreso il Giappone).
Se in passato si riusciva a trovare un numero maggiore di giochi a trama lineare con poche opzioni, ora le storie con molteplici sviluppi e finali alternativi stanno diventando sempre più popolari. D’altra parte, alcuni giochi occidentali di tipo MMO richiedono sempre più spesso una notevole quantità di lavoro e grind per poter passare di livello (anche se si tratta di sforzi piuttosto diversi).
In effetti, si può affermare che alcuni degli ultimi RPG non sia giochi solo occidentali o solo orientali. La maggior parte dei fan di Elder Scrolls online o di World of Warcraft ha ammesso di essersi dovuta impegnare abbastanza per passare di livello, mentre i fan di Final Fantasy XV si sono detti piacevolmente sorpresi dalla quantità di opzioni reali che avevano nell'ultimo episodio della saga.
L'aspetto positivo di questa combinazione è che si stanno creando dei giochi che altrimenti avrebbero rivelato carenze in alcuni settori. Mescolando i sottogeneri, sono stati creati nuovi giochi così coinvolgenti da incollare gli utenti ai propri schermi.
Giochi come Stardew Valley (che è essenzialmente un Harvest Moon molto modificato) hanno preso il simulatore di fattoria/lo stile di vita giapponese e hanno aggiunto alla miscela un po' di meccanica occidentale per rifinirlo. Il gioco ora è ai primi posti tra i titoli per la Switch più scaricati di tutti i tempi. Una cosa del genere sarebbe stata impensabile prima, anche perché nello stesso anno è uscito un nuovo capitolo della saga di Mario.
Per questo motivo, invece di considerare le differenze tra queste due culture come mutuamente esclusive e dare così vita a una battaglia in cui è necessario schierarsi dall’una o dall’altra parte, forse una prospettiva più sana sarebbe quella che considera i giochi orientali e occidentali due stili diversi che possono essere uniti tra loro con risultati più che ottimi.
Quando una parte avanza, l'altra se ne rendo conto e reagisce. Allo stesso modo, quando una parte commette errori, l'altra si assicura di non cadere nella stessa trappola. E con un mondo del gaming segnato dalla mancanza di innovazione, queste fusioni tra generi, sottogeneri e culture dovrebbero essere ben accolte.
In un mondo sempre più piccolo e in cui tutto diventa più accessibile, è logico pensare che si osserverà sempre più spesso questa fusione tra culture. Che si tratti dell'industria cinematografica (basta vedere la popolarità dello Studio Ghibli in Occidente e di Harry Potter a Oriente) o di quella del gaming, la miscela di culture sembra essere la strada da percorrere.