Gli esseri umani trascorrono 3 miliardi di ore ogni settimana partecipando ai videogiochi. Davvero un bel po’ di tempo. Ma si tratta solo di tempo perso oppure il mondo dei giochi va guardato ben oltre le apparenze?
C'è sicuramente molto da dire a questo proposito. L'importanza dei videogiochi per imparare giocando sta diventando sempre più evidente.
Oltre al fatto che il gioco sia diventato il passatempo preferito di milioni di persone, esistono sempre più ricerche che dimostrano che i videogiochi sono educativi.
Prima di iniziare a parlare di videogiochi educativi dobbiamo cercare di comprendere il motivo alla base di questa grande popolarità dei videogiochi.
Perché i giochi sono così popolari? Vediamo di spiegare, attraverso riscontri scientifici, il motivo per cui così tanta gente ami trascorrere un’infinità di tempo dietro ad uno schermo.
I videogiochi – in particolare i videogiochi nell’educazione - toccano un gran numero di nostre necessità psicologiche.
Questo ha trasformato la “ludicizzazione” in una scienza supportata notevolmente in ambito psicologico.
La ludicizzazione è l'applicazione di elementi di gioco, come guadagnare punti e risultati, ad impostazioni non ludiche, ed ora viene utilizzata per esplorare il potenziale del concetto insito nell’imparare giocando.
Le gente si sente attratta dai giochi essenzialmente per le seguenti ragioni:
Taluni giochi propongono anche un aspetto sociale, il che può contribuire ad attirare la gente ed a mantenerla interessata per trascorrere del tempo con i loro nuovi amici online.
Il collante che tiene insieme tutti gli aspetti sopra descritti è rappresentato dal semplice fatto che giocare è divertente. È impegnativo, gratificante e piacevole allo stesso tempo.
Tuttavia, possiamo anche affermare che i videogiochi sono educativi.
La scuola non è intrinsecamente divertente. Questa potrebbe non risultare una rivelazione sconvolgente, ma ha comunque la sua importanza perché in effetti la scuola dovrebbe esserlo.
Siamo propensi a imparare meglio quando siamo completamente coinvolti - quando non abbiamo l’impressione di stare apprendendo, bensì di divertirci.
Pensiamoci un attimo: il gioco rappresenta il modo naturale con cui i bambini apprendono le cose. Ricorriamo a canzoni e balli per insegnare l’alfabeto, e rumori buffi per insegnare ai bambini che la mucca fa “mu”.
Lasciamo che i bambini giochino con arti e abilità manuali per imparare i colori, la fisica di base e per migliorare la loro coordinazione tatto-vista.
Poi, in qualche modo, strada facendo, l’educazione inizia ad impartire vere e proprie lezioni. Veniamo inondati di parole per otto ore al giorno, cinque giorni a settimana, e poi si aspettano che noi rigurgitiamo tutte quelle informazioni su una pagina.
Per rendere le cose perfino peggiori, siamo stressati dalla necessità apparente di dover ottenere una buona valutazione e, in caso di insuccesso, ci costringono a rimanere indietro mentre i nostri compagni avanzano senza di noi.
Riesci ad immaginare l’effetto che tutto questo può avere su una persona? Non siamo qui per parlare delle responsabilità del sistema educativo, bensì del ruolo dei videogiochi nell’ambito dell’educazione stessa.
Il gioco - in quanto intrinsecamente divertente e coinvolgente - ha la capacità di insegnare una grande quantità di competenze. I videogiochi nell’educazione hanno la capacità di insegnare matematica, inglese, storia, umanesimo, risoluzione dei problemi, fisica. E la lista potrebbe continuare.
Per andare al punto, la game designer americana Jane McGonigal ha parlato di come il gioco possa rendere il mondo un posto migliore.
In poche parole, Jane ha creato dei giochi specificamente per dimostrare la loro funzione nel favorire la collaborazione e la formazione di competenze nel mondo reale. Jane ritiene che i videogiochi possano aiutarci a risolvere problemi globali come la fame, la povertà, il cambiamento climatico, i conflitti e l’obesità.
Questo perché i giochi ci rendono più semplice focalizzarci intensamente su problemi di estrema complessità ed impegno.
Inoltre, i videogiochi nell’educazione - ed i giochi più in generale - sono assolutamente ideali per risolvere i problemi che tutti noi affrontiamo nel perseguire un'istruzione superiore e nel fare il nostro ingresso sul mercato del lavoro.
Il sistema educativo con cui siamo cresciuti è stato concepito per formare le persone, che poi sarebbero diventate dipendenti di un singolo datore di lavoro per la maggior parte delle loro vita, fino al pensionamento. Il mondo però non è più concepibile in quel modo.
Si stima che un lavoratore americano medio svolgerà oltre 10 impieghi diversi entro il suo 45° anno di età. Un numero che non potrà che incrementare come conseguenza della creazione di sempre nuovi e diversi tipi di impiego e delle crescenti difficoltà delle persone nel comprendere quale sia effettivamente il lavoro che desiderano svolgere nella loro vita.
Oltre a ciò, il futuro ci riserva tutta una serie di impieghi interamente diversi a disposizione man mano che i progressi nel campo dell’IA, della robotica e della tecnologia costringeranno all’angolo i vecchi lavori e porteranno con sé nuove sfide.
I videogiochi educativi, per loro natura coinvolgenti e complessi, possono insegnare ad una prossima generazione come affrontare i posti di lavoro in cui dovranno confrontarsi con i robot del futuro, e perfino ad operare su di essi.
Perciò, adesso comprendi come i videogiochi possano svolgere una funzione di strumento educativo. Ma come possono esserci d’aiuto nel mondo reale?
Diamo un'occhiata ad alcuni esempi pratici di videogiochi per imparare.
Minecraft è un gioco in cui occorre costruire un mondo attorno a noi attraverso l’estrazione, la combinazione e la collocazione di risorse.
Il mondo è posizionato su una griglia quadrata, il che comporta delle doti di pianificazione e di matematica di base per creare ciò che i giocatori chiamano “costruzioni”.
Come altri videogiochi educativi, Minecraft è stato utilizzato per coadiuvare nell’insegnamento di programmazione, matematica e collaborazione. Tuttavia, nel 2016 tutto questo è stato portato al livello successivo.
Mojang ha collaborato con Microsoft per creare una versione di Minecraft sviluppata appositamente per l'uso in ambito scolastico: l’Edizione Educativa di Minecraft.
Fondamentalmente, questa versione è stata concepita con alcune modifiche che rendono più facile imparare a codificare e collaborare con i compagni di classe.
Ciò che si è rivelato decisamente entusiasmante è il prezzo - costa solo $5 per studente all'anno, e le scuole possono avvalersi del primo anno gratuito una volta aggiornati i loro sistemi operativi Windows.
Ciò significa che è decisamente conveniente e pratico da usare - un aspetto di particolare importanza per i responsabili dei budget dei singoli istituti scolastici. Minecraft non è l'unico esempio di giochi per imparare.
Ve ne sono altri, come SimCityEdu, che insegna agli studenti delle particolari nozioni di estrema rilevanza nella vita del 21° secolo.
Ad esempio, SimCity ha aggiunto la funzione “sfida all’inquinamento”, attraverso cui viene insegnata ai giocatori la scienza ed il suo complesso rapporto con l’ambiente.
Con SimCity, i bambini possono imparare giocando anche la pianificazione urbana, la gestione delle risorse e un gran numero di altre nozioni. Tuttavia, c'è qualcosa di perfino più coinvolgente che sta contribuendo all’ulteriore evoluzione del ruolo dei giochi per imparare...
Ci troviamo ormai di fronte ad intere scuole costruite intorno al concetto dell’imparare giocando nell’educazione come metodo didattico.
Un’organizzazione no-profit, denominata Istituto del Gioco, è stata fondata nel 2007 da un gruppo di progettisti di videogiochi nella Città di New York.
Queste persone progettano scuole, programmi di formazione per gli educatori, programmi scolastici e persino seminari di formazione aziendale - tutti con l'obiettivo di creare esperienze di apprendimento radicate sui principi del design di gioco.
In questo caso, non si limitano all’utilizzo dei videogiochi per imparare - quanto piuttosto all’uso di titoli di qualsiasi genere. Amano definire questi istituti la loro “Missione all’Apprendimento”.
Le buone notizie non finiscono qui: l’Istituto del Gioco non è l’unico istituto a utilizzare il concetto dell’imparare giocando. Codecademy usa la ludicizzazione per insegnare la programmazione ai suoi studenti.
E ve ne sono anche altri come loro. Duolingo usa la ludicizzazione per insegnare nuove lingue.
Un ultimo esempio: i videogiochi hanno la potenzialità di essere utilizzati per formare i medici chirurghi. La chirurgia robotica è la pratica dell'uso di robot e macchine per aiutare i chirurghi nei compiti più complessi, come rimuovere un tumore da un cervello.
Come potrai ben immaginare, questo richiede un alto livello di precisione e coordinazione tra occhi e mani, oltre ad una mano ferma e nervi di acciaio.
Secondo uno studio condotto da Kilic e altri presso il Dipartimento di Medicina dell’Università del Texas a Galveston, sparare alla testa di un personaggio de gioco mentre si corre lungo un muro nei giochi sparatutto in prima persona potrebbe contribuire ad aiutare la prossima generazione di chirurghi a salvare vite nel mondo reale.
Proprio come nei videogiochi, i controlli nell’ambito della chirurgia robotica prevedono l'uso di entrambe le mani e richiedono agli operatori di controllare le loro attività su uno schermo. I chirurghi vengono formati per operare su queste macchine attraverso dei simulatori.
Un altro studio del 2007 ha anche riscontrato che partecipare ai videogiochi subito prima di interventi chirurgici tende a migliorare le abilità dei medici. Apparentemente, questa roba funziona davvero.
E allora perché i videogiochi educativi non vengono accettati in maniera più vasta? Perché le persone continuano a deridere il concetto dell’imparare giocando?
Tutto ciò di cui abbiamo parlato finora ha lasciato intendere che il gioco sia pronto a portare avanti il prossimo cambiamento importante in ambito didattico. Parrebbe che questo mondo possa risolvere molti difetti intrinseci al sistema... ma questo non è che un aspetto della questione.
Il problema principale correlato all’uso dei giochi nell’educazione è da ricercarsi nella nostra pura mancanza di comprensione. Non disponiamo di una ricerca sufficientemente approfondita che possa suggerire i benefici dei videogiochi educativi (almeno per ora).
“A fronte di tutto l’entusiasmo sviluppato attorno ai giochi ed all’apprendimento, pochissimi studi hanno valutato se i videogiochi possano in effetti migliorare le prestazioni in classe ed i risultati scolastici”, afferma Emma Blakey, una ricercatrice, Ph.D. in psicologia dello sviluppo, presso l’Università di Sheffield, nel Regno Unito.
“Poiché sappiamo che la memoria è una abilità cognitiva fondamentale per l'apprendimento scolastico, esercitarsi in giochi che mettono alla prova le doti mnemoniche dovrebbe, in teoria, portare a miglioramenti nel comportamento in classe e nelle abilità accademiche”, afferma. “Ma solo delle ulteriori ricerche potranno dire se tali nozioni siano corrette”.
Oltre a ciò, c’è da considerare la mole di formazione da portare avanti per consentire ai docenti di utilizzare efficacemente i videogiochi nell’educazione.
In effetti, se hai mai insegnato ai tuoi nonni ad usare uno smartphone, potrai ben comprendere le difficoltà insite nell’insegnare qualcosa a qualcuno che per anni si è limitato a reiterare lo stesso identico metodo.
“I giochi digitali non possono essere trattati come l'ultima soluzione rapida al sistema educativo”, ci dice Brian Waniewski, ex amministratore delegato dell’Istituto del Gioco. “Possono apparire come la manna dal cielo, un libro di testo digitale di nuova generazione che riduce ulteriormente la necessità di risorse umane", osserva sempre Waniewsk.
“Tuttavia i giochi da soli non potranno rendere le scuole più efficienti, sostituire gli insegnanti, oppure fungere da risorsa educativa con cui raggiungere un numero infinito di studenti.”
Esiste anche il problema dei costi. I videogiochi comportano l’utilizzo di strumenti costosi, come i tablet, i computer, l'accesso ad una connessione wifi potente. Poi c’è il costo dei giochi stessi.
Giochi accessibili come l’Edizione Educativa di Minecraft, oltre alla riduzione dei costi della tecnologia, stanno contribuendo a risolvere questo problema, ma è pur sempre un problema contingente.
Per finire, occorre considerare la tesi che sostiene che i videogiochi nell’educazione costituiscono una distrazione. Questo è un argomento valido - i giochi possono rappresentare una distrazione se gli studenti sono autorizzati a fare ciò che vogliono.
Tuttavia, ciò non toglie nulla al concetto che i videogiochi siano effettivamente educativi. Nella realtà delle cose, i videogiochi nell’educazione hanno necessità di essere adeguatamente implementati. Con una guida adeguata, gli studenti non rischieranno di distrarsi.
I giochi per imparare hanno sicuramente i loro lati positivi e, con il miglioramento della tecnologia, acquisiranno sempre maggiore importanza. In effetti, possiamo guardare agli eventi del 2020 e all'impatto che il COVID-19 ha avuto sull’ambiente scolastico. Con le scuole chiuse, la didattica a distanza è diventata la norma.
Un sondaggio condotto nel Regno Unito da YoungMinds ha riscontrato che il 74% dei docenti ritiene che la chiusura delle scuole abbia avuto un impatto negativo non solo sull'istruzione degli studenti, ma anche sulla loro salute mentale.
I videogiochi educativi non hanno la capacità di colmare quel vuoto, ma abbiamo comunque assistito ad un incremento dell'attività ludica durante la pandemia.
I tempi riservati al gioco sono aumentati di 1,5 ore durante il lockdown ed il 14% delle persone ha scoperto i videogiochi per la prima volta, secondo uno studio dell’istituto Ipsos Mori.
La ricerca mostra anche che il 29% dei giocatori ha riferito che i videogiochi hanno avuto un effetto positivo sulla loro salute mentale durante il lockdown. Noi siamo consapevoli che i videogiochi per imparare prospettano notevoli vantaggi.
Pertanto, laddove futuri lockdown dovessero chiudere nuovamente le aule, i videogiochi potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella lotta ai problemi di salute mentale.
Seppure costituirebbe un atto irresponsabile incoraggiarne un uso eccessivo, un po' di tempo dedicato al gioco potrebbe aiutare a mantenere alto lo stato d’animo degli studenti. Questo contribuirebbe a contrastare le implicazioni negative dei lockdown, come notato dagli stessi insegnanti.
E, a sua volta, aiuterebbe a mantenere reattive le menti degli studenti. Sappiamo che esistono abilità di cui i giocatori possono avvalersi in campo didattico e viceversa.
Perciò, anche se il gioco non sarebbe una soluzione completa per l'apprendimento durante il lockdown, potrebbe comunque rappresentare un’utile soluzione se distribuito correttamente. In base a questo, il concetto dell’imparare giocando ha chiaramente vantaggi primari e secondari, particolarmente nell’ambito di determinate situazioni.
Il futuro per i bambini in età scolastica oggi e quello delle prossime generazioni si sta dimostrando assai promettente. I videogiochi per imparare, tipo Minecraft e SimCityEdu, stanno aprendo la strada ad un nuovo genere di videogiochi educativi.
I finanziamenti da parte di importanti aziende come Microsoft, oltre ad una generale accettazione dell'idea di utilizzare i giochi in classe, non può che farci prospettare un futuro entusiasmante.
Il concetto di imparare giocando vedrà grandi progressi nei prossimi anni. Man mano che verranno pubblicate più ricerche e gli insegnanti acquisiranno sempre maggiore consapevolezza dei vantaggi apportati dai videogiochi educativi, emergeranno nuovi modi per incorporarli nei programmi scolastici.
E, se non altro, almeno gli MMO hanno il vantaggio di poterci insegnare a sopravvivere in un mondo post-apocalittico.