Tra la seconda metà del 2021 e l’inizio del 2022, un mare di idee rivoluzionarie ha invaso il mercato globale: durante l’anno, tra le star è esplosa la moda delle creazioni NFT di Bored Ape Yacht Club, il cui prezzo ha raggiunto milioni di dollari; alla fine di ottobre, Mark Zuckerberg ha svelato il nome della sua nuova azienda, Meta, e il suo progetto per l’espansione del grande mondo digitale definito “Metaverso”.
È questo il contesto in cui sempre più utenti si sono lasciati conquistare dal fascino dei giochi play to earn basati sugli NFT, sulle criptovalute e sull’influenza della blockchain sul gameplay.
Non è trascorso molto tempo prima che la moda delle notizie sui “cripto milionari” solleticasse l’appetito degli speculatori; entro la fine del 2021 i giochi con blockchain sono raddoppiati, nonostante il loro futuro apparisse già incerto.
Il diffondersi delle voci sul crollo dei giochi, del giro di denaro e del numero dei giocatori ha rapidamente travolto il settore, accompagnato dalla forte riduzione del valore delle criptovalute collegate.
Alla luce degli ultimi eventi, ci chiediamo quindi se sia ancora possibile applicare il modello play to earn all’industria del gaming.
Molti dei nostri lettori avranno già sentito parlare di “play to win”, l’espressione ironica con cui i gamer si riferiscono ai titoli che non si basano sull’abilità dei giocatori, a differenza di generi come gli RPG.
In questo tipo di giochi, gli utenti devono necessariamente effettuare degli acquisti per migliorare il loro status e vincere più sfide contro gli altri giocatori.
Per contrastare questo modello ampiamente criticato, è stato promosso il sistema “play to earn”. Prima di avventurarci nel mondo dei giochi play to earn, però, è bene dare un’occhiata ad alcuni termini tecnici utili per comprenderne il funzionamento.
I token non fungibili sono gli elementi alla base del NFT gaming. Si tratta di file digitali per i quali la rarità e la proprietà sono garantite da un sistema di blockchain, in modo che un oggetto creato come NFT disponga di una sorta di codice identificativo.
La possibilità di monitorare ogni transazione sulla blockchain consente ai creatori di contenuti digitali di mantenere il valore, la quantità e la proprietà dei loro prodotti, scoraggiando eventuali tentativi di plagio.
Gli sviluppatori hanno recentemente lanciato sul mercato un nuovo tipo di titoli basati sul classico software di gioco a cui viene integrato un sistema di blockchain. In questo modo possono creare degli NFT e consentire l’acquisto e il prelievo di criptomonete.
La tecnologia di blockchain è fondamentale per il funzionamento, il mercato e l’affidabilità di questi titoli ed è ciò che permette la creazione di giochi play to earn con le criptomonete.
I giochi play to earn sono basati su una blockchain e consentono di vincere degli NFT che possono essere venduti ad altri giocatori in cambio di criptovalute. I fondi ottenuti con la vendita possono essere prelevati dal gioco.
Negli ultimi anni, i giochi play to earn hanno riscosso un successo eclatante combinando due fattori chiave: la diffusione a livello globale delle criptomonete (nonostante il fallimento del progetto iniziale di sostituzione delle valute legali) e la crescente popolarità degli NFT.
Nell’ultimo trimestre del 2020, il giro di affari legato agli NFT è schizzato alle stelle, passando da 60 milioni di dollari a ben 7 miliardi.
Con i fiumi di denaro spesi in giochi e opere d’arte basati su questa tecnologia, tutte le aziende più importanti hanno cercato di accaparrarsi una fetta dei profitti.
Per quanto riguarda il gaming, la direzione da prendere è sembrata ovvia.
Dato il gran numero di titoli che consentono di acquistare elementi digitali che poi non possono essere rivenduti per denaro reale o che diventano obsoleti con la nuova versione del gioco, gli utenti erano impazienti di sfruttare il nuovo sistema.
Finalmente avrebbero potuto recuperare il tempo trascorso con i giochi grind, vendendo agli altri giocatori gli oggetti conquistati e ricevendo così del denaro reale
I giochi play to earn hanno vissuto momenti di gloria, ma il loro destino era segnato dal fatto di essere collegati ai mercati delle criptovalute; dopo il crollo di questi ultimi nell’estate del 2022, le vendite di NFT sono scese dagli 11,6 miliardi di dollari registrati sei mesi prima ad appena 1 miliardo.
Il fallimento dell’idea non è però dovuto solamente alla crisi delle criptomonete, dal momento che la popolarità dei giochi play to earn è calata progressivamente, anche a seguito dei tentativi di introdurre gli NFT in giochi già esistenti.
Un ottimo esempio di ciò è dato dalla pessima reazione dei fan di titoli come Tom Clancy’s Ghost Recon: Breakpoint, la quale ha spinto molti altri produttori ad abbandonare i loro piani.
È bene rimarcare che non si è trattato di una tendenza comune a tutti i giochi di strategia ma di un fenomeno che ha riguardato solo i titoli che hanno promosso l’uso degli NFT in modo analogo.
Axie Infinity ha perso costantemente giocatori dall’inizio del 2022, prima di essere pesantemente danneggiato dal furto di ben 600 milioni di dollari; si ritiene che entro giugno dello stesso anno la sua economia interna sia collassata completamente.
I giochi play to earn presentano dei punti deboli dovuti all’applicazione dell’idea di base all’industria del gaming. Affinché un ecosistema play to earn funzioni, è necessario:
Come saprai, sono pochissimi i giochi online a rimanere costantemente popolari e sono il risultato di un sistema di aggiornamenti rigoroso e di alto livello.
Nonostante ciò, quante persone conosci che abbiano continuato a usare lo stesso gioco per anni e anni dopo il suo lancio? L’industria del gaming si basa sul principio opposto e tende a spingere gli utenti verso i nuovi prodotti.
I giochi play to earn e con NFT soffrono inoltre gli effetti di un marketing poco efficace.
Che si tratti di una strategia pianificata o no, la maggior parte delle persone conosce questo tipo di titoli per le notizie in cui vengono associati a grandi guadagni.
In realtà, il sistema si rivela redditizio solo per gli utenti che arrivano per primi e si accaparrano componenti digitali preziose.
Dopo di ciò, le vendono e abbandonano il gioco, in uno schema che consiste nel conquistare “il bottino” per passarlo a un altro giocatore mentre questo perde sempre più valore.
Come potrai immaginare, nessuno vuole essere l’ultimo a rimanere con una manciata di spiccioli quando il mercato non è più favorevole.
È per questa ragione che ormai molti giochi play to earn vengono associati alle classiche truffe piramidali.
Anche senza l’intervento degli speculatori, tuttavia, prima o poi gli sviluppatori smettono di supportare il gioco. Senza un sistema comune che possa garantite una continuità in giochi diversi, gli NFT diventano totalmente inutili quando viene meno il supporto.
Dal momento che mantenere attivo un gioco online comporta costi considerevoli, se gli utenti lo abbandonano, il produttore smette di finanziarlo.
Puoi utilizzare un gioco play to earn, ottenere componenti digitali e successivamente venderle sul mercato per ricevere criptovalute che possono essere scambiate con denaro reale.
Detto ciò, la possibilità di guadagnare milioni con questo tipo di software è remota ed è riservata ai primi utenti che partecipano al sistema.
Sebbene gli schemi play to earn e gli NFT non siano più popolari come l’anno scorso, sono molti i grandi brand a considerarli il futuro del settore.
Possiamo quindi aspettarci che la loro fine sia ancora lontana.