Giochi MMO e saghe cinematografiche: stesso successo o potenziale delusione?

Prima o poi capita a tutti di imbattersi in un gioco MMO tratto da un film, un libro, un manga o un videogioco. Sicuramente sarà già capitato anche a te mentre facevi altre ricerche su Internet.

Oggi, di molti di questi giochi non rimane che un vago ricordo e una buona parte di essi è già spariti dalla circolazione prima ancora di poter avere successo. Spesso si tende a pensare che l’adattamento di un franchise in un videogioco, come accaduto ad esempio per One Piece, Harry Potter o Games of Thrones, garantisca il successo dell'operazione e la soddisfazione dei giocatori.
Sfortunatamente però, la realtà dei giochi tratti da film e da libri, è ben diversa. Jeff Strain, cofondatore di ArenaNet, spiega che il dualismo tra MMO e franchise non è poi così scontato. Quest’affermazione non si basa soltanto su un’analisi personale, quanto piuttosto sulla realtà: alcuni giochi basati da film si sono rivelati dei flop clamorosi!
Dopo l’incredibile insuccesso di Matrix Online o FFXIV, è normale chiedersi se i franchise e i fan service siano utili all’universo sempre più in espansione dei giochi multiplayer di massa online.
Perché piace associare i giochi ai franchise famosi?
Sono tantissimi i MMO in circolazione ovvero giochi tratti da film, serie, libri, fumetti e persino da altri videogiochi famosi, il che mette in risalto la mancanza patologica di originalità degli sviluppatori e dei produttori. Ma a tutto ciò potrebbe esserci più di una spiegazione.
Iniziamo studiando il caso di World of Warcraft, basato sull’omonimo libro.
Siamo nel 1984 e Warcraft: Orcs and Humans fa il suo esordio sul mercato. L’anno successivo il gioco della Blizzard ottiene delle buone recensioni dalla stampa. La versione di MacOs viene persino premiata al CES del 1995 (Mostra dedicata all’Elettronica di Consumo) e dall’Accademia delle Arti e delle Scienze Interattive.
Seppur abbia contribuito a rendere popolari i giochi RTS, al pari di titoli come Command & Conquer, nessuno lo ha mai considerato un precursore dei videogiochi ambientati nel futuro.
Basta consultare alcune ricerche e libri sui giochi ispirati a film per comprendere perché non abbia avuto l’importanza che tutti si aspettavano nello sviluppo del genere in questione. Semplice: non ha ottenuto gli stessi incassi dei più ben noti giochi quali Doom II, UFO Unknown e System Shock. Doom II ha venduto 1,8 milioni di copie solo nel 1999.
A quei tempi il mercato del gioco era dominato da nomi del calibro di Nintendo e la PlayStation della Sony era appena stata lanciata sul mercato giapponese.
Nel corso dei 10 anni successivi sono spuntati sul mercato alcune espansioni e titoli nuovi del franchise di Warcraft, come Warcraft III: Reign of Chaos nel 2002. Anche questo titolo viene accolto con successo, ma non riesce a prendere il sopravvento neppure sulla concorrenza del proprio genere. In sostanza, Warcraft non riesce a cambiare gli equilibri del potere.
Nel 2005 la Blizzard annuncia il lancio di World of Warcraft. Non essendo il primo gioco multiplayer di massa online, il suo successo non è dovuto certamente al fattore "novità”. Ciononostante, in pochi anni questo titolo riesce a diventare un vero e proprio fenomeno a livello mondiale.
Nel 2010 c’erano 12 milioni di utenti attivi per l’espansione di Cataclysm. Analisti e giocatori non riuscivano a spiegarsi il perché di così tanto clamore. A differenza di altri MMO dell’epoca, WoW vantava al suo attivo un’utenza di giocatori molto estesa, il che rese la transizione verso la piattaforma online semplice come bere un bicchiere d’acqua.
WoW non è l’unico esempio di questo fenomeno, ma ne è il maggiore esponente, tanto che è stato ribattezzato il “Santo Graal” dei MMO.
Per affermarsi, giochi tratti da film, devono far leva sulla passione del pubblico di un franchise preesistente. Solo così i media franchise potranno raggiungere un successo istantaneo e duraturo.
Il modello standard dei MMO ispirati ai franchise
Tutti si chiedono quali siano gli ingredienti che rendono sfruttabile un franchise. Per individuarne le caratteristiche principali occorre farsi delle domande specifiche del tipo: quali sono gli elementi strutturali e narrativi? Per quale motivo gli sviluppatori dovrebbero trasferirne i contenuti in un gioco multiplayer di massa online? Forse perché la narrazione si presta all'adattamento? In quale universo è incentrata questa narrazione? Vogliono puntare sul coinvolgimento dei giocatori tramite personaggi affascinanti o avversari con capacità inesplorate?
Tra tutti i fattori che determinano la capacità di un franchise di diventare un MMO spiccano questi quattro:
- Il pubblico
- La storia
- La missione
- La soluzione
Il pubblico
Affinché venga trasposto in un MMO, è fondamentale che il franchise sia coinvolgente e non c’è modo migliore di misurarne il successo se non attraverso il suo pubblico.
E per successo intendiamo centinaia di milioni di copie vendute. Non decine di migliaia ma centinaia di milioni, perché occorre valutare il numero di membri della comunità di giocatori a cui si ridurrà questa popolazione più vasta.
Un buon esempio è rappresentato dal franchise di Star Wars, che attira al cinema milioni di telespettatori.
Appartenendo al genere di fantascienza, esso è uno dei giochi tratti da film, che richiama un pubblico prevalentemente maschile ed è probabile che una buona parte di esso sia fatta anche di giocatori. Con un franchise di tale livello, un produttore può investire a occhi chiusi e senza stress.
Una storia colma di azione
Questo concetto è semplice da capire: la storia deve essere caratterizzata per lo più da azione e viaggi fantastici e non da imprese puramente intellettuali.
L’ideale sono le storie fantasy epiche come quella del Signore degli Anelli (che è già in circolazione come MMO), quelle incentrate su supereroi o tratte da manga giapponesi, soprattutto Shônen.
I franchise letterari o cinematografici non sempre si basano su storie di azione in grado di tenere incollati i fan allo schermo.
Prendiamo per esempio le storie di Sherlock Holmes e i suoi diversi adattamenti, caratterizzate da poca azione e da personaggi dalla personalità appena accennata, caratteristiche, insomma, poco avvincenti per un MMO.
Combattimenti di interesse globale
Azione da un lato e un universo inesplorato dall’altro. Cosa manca? Probabilmente il conflitto. Quali ostacoli dovrà superare il protagonista perché completi la sua missione?
La risposta è in quei film, libri e fumetti in cui il protagonista affronta una missione o un compito di proporzioni epiche.
Piuttosto che concentrarsi sulle sfide personali, come accade in Limitless e Karate Kid, dove una sconfitta non ha ripercussioni sul resto del mondo, un film come Avatar mette in campo interessi di livello globale: il destino dell’intera umanità è nelle tue mani! Indubbiamente è una trama come questa attrae maggiormente l'utente.
Una volta creato il MMO, i giocatori dovranno sentirsi coinvolti in una lotta che va oltre i propri problemi personali. E questa idea non deve mancare nemmeno nel format MOBA (arena di combattimento multigiocatore online).
Risoluzioni che provocano l’inaspettato
Con ogni probabilità questo è uno dei punti più complessi. Anche se importante, non è affatto obbligatorio trasporre un franchise in un MMO.
L’esempio calzante sono le favole. I problemi che Biancaneve o Rapunzel devono affrontare nel loro percorso, trovano una soluzione nel finale della storia. Naturalmente esistono modi semplici di ravvivare una trama e normalmente ciò avviene con l’introduzione di nuovi antagonisti.
Al contrario, come accade nella storia di Harry Potter, la minaccia che il personaggio principale si ritrova ad affrontare permane per tutta la trama, ma è anche possibile che si facciano avanti nuovi avversari durante il cammino. L’universo della narrazione si presta alla comparsa di nuovi rivali e di nuove minacce.
Questo mondo fantastico, dal finale relativamente aperto, si adatta meglio a un MMO. In questo modo, i giocatori possono mantenere un legame tra i loro beniamini e gli avatar con cui giocano nella dimensione virtuale.
Contenuto accessibile a tutti
In ultimo, il franchise deve offrire un contenuto adatto a tutti, senza discriminare nessuno. Questa è la ragione per cui franchise del tipo Cinquanta sfumature di grigio o Alien non saranno trasformati in MMO, o almeno non in un prossimo futuro. Giochi come questi turberebbero la mente di molti.
Quando i MMO imitano i film
Tra i franchise trasformati in MMO spiccano giochi tratti da film famosissimi. Impossibile fare un’analisi completa senza citare titoli quali Star Wars, Matrix o Star Trek. Eppure, pur trattandosi di film che hanno sbancato ai botteghini, i MMO basati su di essi non sono stati accolti dal pubblico con lo stesso clamore.
The Matrix Online
The Matrix Online (MxO) è stato sviluppato da Monolith Studios e lanciato nel 2005 dalla Warner Bros Interactive Entertainment.
Ci si aspettava molto da questo gioco, tanto che non si è badato a spese. L’universo che si offriva ai giocatori non solo era molto popolare, ma anche supportato da una solida infrastruttura che si prendeva cura dei giocatori, aiutandoli a risolvere i loro problemi.
Si scelse un modello sandbox in cui i giocatori potessero agire liberamente con un team dedicato a dare vita a personaggi del calibro di Morpheus. Il team era a disposizione dei giocatori con cui potevano interagire direttamente per ricevere suggerimenti o consigli per progredire. Pur potendo vantare risorse di questo calibro e una delle trame più interessanti della storia dei MMO moderni, MxO non superò i 4 anni di vita. Questo fallimento, in parte, si deve alla sua stessa natura.
Il gioco immergeva i giocatori in eventi che erano accaduti subito dopo la conclusione dell’ultimo film. Gli sviluppatori avevano creato personaggi di gioco attivi, non solo NPC (personaggi non giocatori). E per dare loro del materiale su cui lavorare, erano tenuti a creare costantemente nuove trame, di certo un compito non da poco.
Invece di consentire ai giocatori di raggiungere le tappe una dopo l’altra (battere un capo, completare un dungeon ecc.), le “missioni” di MxO consistevano in eventi unici a cui potevano partecipare liberamente tutti.
Pur trattandosi di un concetto interessante, poterlo mantenere fu un’impresa quasi impossibile per il team creativo, il cui compito era quello di produrre costantemente nuovi contenuti per non perdere mai di vista i codici e i paradigmi dell’universo di Matrix. Detto questo, nonostante la sua breve durata, il gioco fu di notevole impatto e lo dimostra che c’è ancora chi tenta di farlo tornare sulla scena.
Star Trek Online
Il gioco venne pubblicato nel 2010 per capitalizzare l’interesse crescente dei fan verso il franchise. Sviluppato e messo on line da Cryptic Studios, l’intento del gioco era quello di riuscire a far immedesimare i giocatori nell’infinito universo di Star Trek. Esaminando i fatti, le ambizioni dei suoi creatori erano davvero molto alte.
Il gioco offre un insieme di missioni ripetitive. Per esempio, non è possibile esplorare i pianeti su cui possono sbarcare i giocatori durante le sequenze nello spazio. Insieme al TPS, queste caratteristiche non offrono un’esperienza di immersione reale. Tuttavia, al di là di questi punti deboli, la grafica è tra le più spettacolari del suo genere.
Ancora una volta la trasposizione del franchise in gioco aveva destato l’interesse del pubblico. Nel 2013 il progetto vantava 2 milioni di utenti, con picchi di 4000 giocatori attivi contemporaneamente. Ma quando si resero conto il vero contenuto del gioco era ben diverso da quello che ci sarebbe aspettato, i giocatori cominciarono a perdere interesse. Ecco l’ennesima dimostrazione che non sempre i media franchise funzionano, anche quando la saga cinematografica di riferimento ha avuto un successo eccezionale.
Al momento, STO conta circa 1900 giocatori attivi.
MMO di Star Wars
Quando si parla di Star Wars, l’adattamento MMO a cui tutti pensano subito è SWTOR (Star Wars: The Old Republic). Ne esistono altri, ma non sono tanto popolari come Star Wars Galaxies e Clone Wars Adventures.
A differenza di Matrix, che includeva personaggi conosciuti, Star Wars scelse uno stile simile a quello di Star Trek. La differenza sta nella composizione dei propri universi.
Sebbene quello di Star Trek sia ricco e dinamico, la scelta di uno stile sandbox si è rivelata deleteria per l’effetto immersivo. Star Wars, invece, offre un’esperienza basata su un parco tematico.
Una scelta, insomma, che ha messo tutti d’accordo: la storia di SWTOR è davvero immersiva ed emozionante. L'unico neo è che non compare nessuno dei personaggi del film. I fan più sfegatati, che hanno letto i fumetti e i libri, conoscono a memoria i nomi e gli eventi che sono avvenuti 4000 anni prima dei film.
Ecco il nocciolo del problema: quando si traspone un film in un MMO si corre il rischio di non soddisfare le aspettative del pubblico che conosce in maniera dettagliata i fatti e gli eventi della storia. Questi giochi, come quelli tratti da libri, hanno un’alta probabilità di deludere i propri fan.
Chiaramente è impossibile soddisfare tutti, ma qui gli sviluppatori rischiavano di alienare il pubblico sin dall’inizio. Il punto sta nel realizzare un gioco che sia il più fedele possibile all’universo del film, del manga o del libro a cui si fa riferimento senza imporre il futuro dei personaggi o dei luoghi e degli eventi a cui gli spettatori sono abituati.
Lo stesso capita con i MMO ispirati a giochi già esistenti. Quando c’è una continuità nello sviluppo della storia, per esempio come in The Edler Scrolls e The Elder Scrolls Online, i giocatori sono disposti ad accettare i cambiamenti e ad esplorare le novità.
Ma anche in questi casi un’implementazione sbagliata può portare a risultati catastrofici. Un esempio calzante è Final Fantasy XIV di Square Enix.
FFXIV è diventato un esempio emblematico dell'impegno dei giocatori nel settore dei giochi online a partecipazione di massa. Dopo il flop della prima versione, Square Enix meditò sull’accaduto. Il produttore fece una valutazione sul rendimento del gioco mettendo a confronto gli obiettivi stabiliti con i risultati ottenuti.
Il produttore giapponese EEI riuscì a individuare velocemente la chiave del problema, facendo sì che si stabilissero priorità più realistiche. Mentre il FFXIV enfatizzava maggiormente gli effetti grafici rispetto a quelli meccanici, il nuovo FFXIV, A Realm Reborn, si concentrava prevalentemente sul giocatore.
Questa nuova versione online di Final Fantasy ebbe un enorme successo. Infrangendo i codici del franchise online e migliorando la giocabilità del MMO, Square Enix riuscì a risollevarsi e a recuperare tutto il lavoro e le risorse investite nella versione precedente.
Limitazioni dei progetti
Lo sviluppo di un MMO basato su un franchise esistente è un metodo efficace al 100% per attirare un pubblico già affezionato. Tuttavia, sviluppare un gioco tratto da un film o un libro non sempre è sinonimo di successo assicurato. E a ben ragione, se si pensa che il lavoro del team creativo dovrà soddisfare le grandi aspettative dei fan, cosa che non è affatto facile.
Nel caso in cui optino per una soluzione sandbox, gli sviluppatori devono assicurarsi che la storia e l’universo del franchise scelto, siano in grado di adattarsi facilmente a questo formato.
Come abbiamo visto in precedenza, questa regola non fa eccezioni. Sia che si tratti di fumetti, manga, film o videogiochi già presenti sul mercato. Decidere di procedere con un simile approccio, rappresenta un rischio che i creatori e gli sviluppatori devono studiare più nei dettagli.
Un altro problema è la questione dei diritti intellettuali. Lo sviluppatore e il produttore hanno libertà assoluta sul gioco, ma quando si tratta di un adattamento, i diritti secondari non sempre vanno agli sviluppatori bensì agli autori o al produttore del franchise.
Per questo motivo molti film o manga per i quali il formato MMO, anche sandbox, calzerebbe a pennello, non arriveranno sul mercato in futuro molto prossimo.
Ma ciò non significa che questo trend debba finire nel dimenticatoio. Anzi! La caratteristica allettante di un MMO tratto da un franchise è di offrire ai giocatori un’esperienza immersiva a 360 gradi che vada ben oltre quella originale.
Ma senza la volontà di investire risorse e di sviluppare l'universo del gioco, basandolo fedelmente sul mondo del franchise già esistente, è meglio non cercare di realizzare progetti di tale portata.
Quali film ti piacerebbe vedere trasformati in videogioco? C’è qualche universo in cui ti piacerebbe tuffarti in formato MMO? Condividi questo articolo con i tuoi amici affinché scoprano anche loro il mondo dei giochi tratti da film, libri e fumetti famosi!